Camera Maria Gravina

Maria Gravina Cruyllas di Ramacca
Moriccia il misero amore napoletano

Quando d’Annunzio la conobbe nell’estate del 1891, come moglie del conte Anguissola di San Damiano, Maria era già madre di quattro figli. Il marito, nel’ottobre del 1892, sorprendendo gli amanti nell’appartamento di via Caracciolo a Napoli, dove s’incontravano da mesi, denunciò la coppia per adulterio. Il 9 gennaio 1893 dalla loro relazione nacque Renata, la figlia prediletta da d’Annunzio. Il 29 luglio 1893 gli amanti furono condannati per adulterio a cinque mesi di reclusione e, solo grazie ad un’admistia regia, la sentenza fu sospesa. Seguirono mesi di convivenza nella miseria. Benché d’Annunzio mantenesse i rapporti con la Gravina per molti anni, a causa del mantenimento di Renata, già nel 1894, la relazione amorosa si può considerare estinta. Il 2 maggio 1895 la Gravina partorì un secondo figlio che d’Annunzio non volle riconoscere a causa dei facili costumi della siciliana. Solo quando, nel 1903, la Duse si offrì sovvenzionare l’istruzione di Renata al Collegio di Poggio Imperiale a Firenze, d’Annunzio potè liberarsi della Gravina, più volte condannata per debiti e destinata a finire i suoi giorni gestendo una pensione di seconda categoria a Montecarlo. La relazione è documentata dai carteggi R. TIBONI, Lettere di Gabriele d’Annunzio a Maria Gravina e alla figlia Cicciuzza, Pescar, Arti Grafiche Garibaldi, 1978; A. ERCOLANI, Carteggio d’Annunzio – Gravina (1915-1924), Roma, Bonacci, 1993.